Tutto è proprio una questione di sentimento e significato.
Ancora qui, un'altra volta, io assieme a Nadia, in questo luogo di confine fra Thailandia e Birmania, tanto familiare che ci fa sentire “arrivate a casa”. Una casa che ha il sapore e la magia tipiche dell’Oriente, un dolce schiaffo in faccia che risveglia e che catapulta in un contrasto di sapori, colori, odori, varietà di volti e culture diverse che ci stupiscono ancora una volta.
Una settimana fa l’atterraggio all’ aeroporto internazionale di Bangkok e dopo qualche giorno l’arrivo a Mae Sot in 9 ore di autobus.
Ad accoglierci il fedele amico Saya Saw, volontario birmano con la sua bella famiglia ed il nostro amico Thant che anche quest’anno ci ospita nella casetta di legno rinnovata e tirata a lucido apposta per noi.
Che dire? Ci si commuove per le piccole cose ed è proprio “tutto una questione di sentimento e significato”.
L’arrivo in Thailandia questa volta è stato super segreto per i nostri amici birmani, tranne che per quelli appena nominati. Una sorpresa che volevamo fare alla scuola e direi che ci è riuscita bene vista l’espressione incredula ma gioiosa del preside Aung Win e di professori e studenti.
( Nadia assieme al Preside Aung WIn, sorpreso e felice del nostro arrivo)
Vedere la scuola costruita dal vero, e non solo in fotografia, è stata un’altra grande emozione perché, in questo tempo in cui piove ancora parecchio, lo spettacolo dei tetti colorati delle classi e il verde smeraldo e luccicante dell’erba lasciano a bocca spalancata e fango e pozze d’acqua restano in secondo piano.
Ogni volta che metto piede qui mi sembra di trovarmi alla base di una splendida ed imponente montagna che aspetta solo di essere riscoperta con pazienza, facendo attenzione a dove si poggiano i passi…ed è così che, anche se la fatica e le difficoltà non mancano mai, ci si rende conto che è proprio “tutto una questione di sentimento e significato” in una continua ricerca d’equilibrio, quasi come danzare su una corda tesa che una volta afferrata regala un panorama meraviglioso.
Ed ora siamo pronte per altri innumerevoli istanti colmi di tutto quello che questi luoghi e questi volti birmani avranno voglia di regalarci consapevoli che ricevere e comprendere quello che ci viene donato spetta solo a noi.
I nostri sei mesi di permanenza saranno dedicati a monitoraggio e gestione di nuove attività scolastiche ed extra scolastiche, nuovi programmi educativi, consigli e formazione ai maestri e preside, incontri con i genitori, introduzione di volontari occidentali, la conclusione della costruzione di tutti gli edifici che formano la nuova scuola Nam Tok, ma anche lo studio e fattibilità di nuovi interventi nell’area circostante a beneficio della comunità di profughi e migranti birmani,
Come sempre, per chi volesse aiutarci nelle spese della scuola, può aderire alla campagna “ Sostieni un Anno scolastico", oppure scegliere liberamente una donazione.
Buon viaggio a noi e a tutti quelli che avranno voglia si seguirci ancora in questa splendida missione ed avventura!
Ottobre 2016
Chiara
